Una mano a bambini che non ce l’hanno, o trattamenti medici per astronauti: è sempre stampa 3D.

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Il movimento e-Nable e la stampa 3D contribuiscono alla creazione di narrazioni commoventi. Una bambina di nome Lola, affetta da una malformazione congenita, ha ricevuto la sua prima protesi articolata. Chaï, di sei anni, sfoggia una nuova mano a tema Batman, che cambierà nelle misure ma anche nella decorazione man mano che cresce.

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Queste vicende fuori dall’ordinario si ripeteranno e in numero sempre maggiore, grazie ai volontari di e-Nable che costruiscono volontariamente protesi gratuite. L’iniziativa fa conto sulla generosità dei donatori, ma d’altronde il costo di una protesi stampata in 3D è ridicolmente basso, poche decine di euro. E dove non arriva la stampa 3D arrivano i volontari, che diventano tuttofare della prostetica con fili da pesca, viti, gommapiuma, Velcro e quant’altro serva per allestire un meccanismo funzionante.

Dare una mano al mondo, è la missione di e-Nable dal 2015. Da allora ha soddisfatto svariate decine di richieste, arruolato altrettanti costruttori, vinto premi assegnati da svariate aziende assicurative e ottenuto spazio sui media.

e-Nable è parte del network Enabling the Future, creato nel 2014 negli Stati Uniti. Durante il primo anno la rete è venuta in contatto con circa cinquemila volontari e da allora ha continuato ad aprirsi a studenti e insegnanti che durante i workshop scoprono come sfruttare la manifattura additiva a vantaggio del corpo umano. Gli esperti di robotica contribuiscono, sempre volontariamente, con la fornitura di progetti personalizzati. Da quasi un lustro, in Paesi di tutto il mondo, Enabling the Future arriva in auto di bambini o adulti mutilati congenitamente o a causa di incidenti.

Stampa 3D per umani aumentati

L’elenco delle opportunità a disposizione può solo crescere, per esempio con protesi per i piedi apparse nel 2017 al CES di Las Vegas, precise al decimo di millimetro. Una piccola rivoluzione per gli specialisti del settore in qualità, tempo e progresso dei pazienti.

Si lavora anche alla biostampa, creazione di tessuti umani che sostituiscano quelli mancanti: ossa artificiali per chirurgia ricostruttiva, cartilagine del menisco, stent biodegradabili per il sistema cardiovascolare fabbricati a partire da un limone. Gli stent sono piccole molle inserite in un’arteria per prevenire attacchi cardiaci.

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Contro la calvizie, per i cosmonauti

L’Oréal conduce una ricerca per il trattamento della perdita anormale dei capelli (che interessa decine di milioni di persone in Europa) con la biostampa e l’impianto di follicoli da cui fare nascere capelli nuovi.

Intanto, ancora più sopra le nostre teste, gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale usano la stampa 3D per applicazioni mediche. A terra producono con precisione quello che serve, sia una otturazione dentale o un tutore, e spediscono in orbita le specifiche di stampa: un passaggio che non era mai avvenuto prima.

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