Professionalità che cambiano e nuove opportunità per creare posti di lavoro da qui al 2020, anche per merito delle tecnologie del momento
Il prossimo futuro secondo gli ingegneri
Di primo acchito sembra quasi ironia immaginare un consesso di ingegneri, la quintessenza della razionalità e del legame ai fatti concreti, che formula previsioni per gli anni che ci separano dal 2020, come un qualsiasi chiromante davanti alla palla di cristallo. Invece Ingegneri 2020 è una ricerca seria, presentata la scorsa settimana a Rimini durante il congresso nazionale degli Ordini Ingegneri d’Italia.
Pensare con mente doppia
Ne riferisce la testata Computerworld in un interessante articolo che sintetizza i risultati dell’indagine, realizzata dalla società S3.Studium.
Gli ingegneri per gli anni che ci aspettano avranno più successo se capaci di adottare la mentalità del Dual Thinking, non il bispensiero orwelliano quanto invece il saper coniugare i contenuti di tipo tecnologico con quelli di tipo gestionale-ambientale. Uno specialista che però governa anche l’arte del project management, sa mettersi in rete e ha una comprensione di quanto accade a livello sociologico, economico e ambientale.
Nuvole e cose
Dalle professionalità alle opportunità, la ricerca focalizza due ambiti potenzialmente ricchi di sviluppi e opportunità future: cloud e Internet of Things, la rete che connette non solo umani ma anche apparecchiature capaci di interagire con l’ambiente e scambiare dati in modo intelligente con umani e macchine.
Le intelligenze interconnesse sulla rete, si prevede, avranno un impatto senza precedenti sul nostro modo di vivere, lavorare e produrre, con impatti decisivi ed evidenti in settori di tutti i tipi, dalla domotica alla sicurezza ambientale, alla medicina, agricoltura eccetera. L'”Internet delle cose” creerà possibilità che oggi a malapena immaginiamo e, nel farlo, aprirà opportunità di lavoro in un numero consistente di settori con buona qualifica e retribuzione.
È quanto sta già accadendo con il cloud computing, del resto: il buon funzionamento delle “nuvole” di dati sta già creando richiesta consistente a livello di progettisti e programmatori e, per i prossimi anni, si prevede che la domanda di specialisti aumenterà, in particolare nell’ambito cruciale della sicurezza.
Non tutta la tecnologia è dunque foriera di penalizzazione del lavoro umano; cloud computing e Internet of Things, dicono gli ingegneri, porteranno opportunità di lavoro e incoraggeranno l’evoluzione di figure professionali gratificanti.
Per approfondire (in italiano e in inglese):
Cloud e Internet delle cose creano nuovi posti di lavoro
Are you ready for the Internet of Things?