Dopo anni di promesse e di attese, forse è la volta buona.
LG forse è la più avanti, avendo mostrato in precedenti occasioni uno schermo da diciotto pollici e una intera generazione di schermi per tablet, smartphone, televisori e orologi. Tutti schermi arrotolabili.
Quest’anno si vocifera che Samsung sia in procinto di presentare un Galaxy pieghevole, per via di un brevetto depositato dall’azienda coreana. Pieghevole, non arrotolabile.
Anche Apple ha depositato brevetti relativi a schermi flessibili e smartphone pieghevoli. Il più recente (qui sotto) è stato accusato di scarso realismo. Eppure uno smartphone pieghevole potrebbe essere il nuovo coniglio dal cilindro, dopo iPhone X dello scorso anno. L’azienda ha venduto fino a oggi 1,33 miliardi di iPhone e certamente, per mantenere la crescita, ha bisogno di novità.
Dal marginale al commerciale
Insomma, tutti i grandi hanno investito pesantemente in queste tecnologie. Tuttavia, se uscisse qualcosa, difficilmente dovremmo attenderci il successo di massa, subito. Inizialmente la tecnologia sarà per pochi, con affidabilità relativa e prezzi elevati. Nel giro di alcuni anni vedremo poi i display flessibili adattarsi a televisori, parabrezza, apparecchi per la realtà virtuale.
Perché la flessibilità è importante
Cominciamo dagli orologi. Schermi flessibili sarebbero più confortevoli da indossare, più grandi, più sottili, migliori nella definizione, con minori consumi energetici grazie all’uso di OLED.
Sul mobile i vantaggi sarebbero simili. I brevetti tendono a suggerire apparecchi con schermi pic grandi di adesso, che diventano molto compatti una volta ripiegati.
La gara è aperta. Chi farà notizia per primo, ma anche numeri significativi di vendita, avrà un vantaggio sensibile sui concorrenti.
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