Il mercato si avvicina alla maturità e le semplici enunciazioni delle specifiche non bastano più a valutare il prodotto.
La messa a punto del toccoscopio
Arrivano sul mercato sempre più smartphone e le loro prestazioni continuano ad aumentare. Contemporaneamente la loro diffusione non fa che aumentare; lo scorso fine settimana il debutto – negli Stati Uniti e una dozzina di altre nazioni – di iPhone 5S e 5C di Apple ha visto un nuovo record di vendite al lancio, con nove milioni di pezzi nel primo fine settimana (per iPhone 5 erano stati cinque milioni).
iPhone 5S è veloce quanto un Mac mini di inizio 2010 e il divario prestazionale tra computer tascabili e da scrivania continua a diminuire. Per questo le metriche di valutazione degli apparecchi mobile iniziano a diversificarsi e raffinarsi: giudicare uno smartphone dal nome del processore o dalla diagonale dello schermo diventa semplicistico.
Ecco perché Agawi ha deciso di aggiungere una nuova metrica a quelle tradizionali di computo delle prestazioni del processore: la velocità di risposta dello schermo sensibile al tocco, che è il cuore dell’interfaccia e una misura cruciale per l’esperienza di utilizzo.
Agawi ha allora lavorato a TouchMarks, il primo test di risposta per schermi sensibili al tocco, effettuato attraverso il toccoscopio (Touchscope), uno strumento le cui specifiche – e il relativo codice – verranno presto rese pubbliche in modo che chiunque possa replicare le stesse prove.
Il vincitore è…
Del telefoni collaudati con TouchMarks I, il più veloce è di gran lunga iPhone 5, con 55 milisecondi tra tocco e risposta dell’apparecchio. Secondo in classifica iPhone 4, con 85 millesimi.
Il primo smartphone non Apple è il Galaxy S4 di Samsung, con 114 millisecondi, tallonato da Lumia 928 (117 millsecondi), HTC One (121 millisecondi) e Moto X (123 millisecondi).
Il tempo di risposta dello schermo è importante per molte applicazioni. In generale, superare i cento millisecondi crea problemi ergonomici perché anche una persona distratta riesce a percepire un intervallo di un decimo di secondo tra comando e azione.
Tempi inferiori sono essenziali per applicazioni specifiche. Un campo comprensibile a tutti è ovviamente quello dei giochi, dove tra comando ed effetto bisogna avere la massima simultaneità possibile; per i musicisti una bassa latenza dello schermo è assolutamente essenziale e così accade in numerosi altri settori, compresa la gestione delle apparecchiature di sicurezza o di sistemi industriali.
Una nuova generazione di test
Il benchmarking degli apparecchi mobile è una disciplina ancora agli inizi, che però progredisce in fretta. iFixit aggiorna una classifica sulla riparabilità artigianale (senza affidamento su servizi di supporto) delle tavolette, con XPS 10 di Dell al primo posto e Surface Pro di Microsoft all’ultimo.
Si sta affermando un benchmark per l’elaborazione di grafica tridimensionale, 3DMark, uno dei primi a raggiungere tutte le piattaforme mobile più diffuse.
Limitatamente al campo Android, uno dei test più completi in circolazione si chiama AnTuTu e fornisce informazioni sulle prestazioni di memoria, calcolo degli interi, calcolo in virgola mobile, grafica 2D e 3D, lettura e scrittura da schede di espansione e operazioni su database.
Per approfondire
- L’annuncio di TouchMarks I
- Milliseconds Matter, una ricerca del 2000 sullo studio dei tempi minimi di latenza per descrivere e predire comportamenti interattivi
- High Performance Touch, filmato di Microsoft Research sull’impatto della velocità di risposta nell’esperienza di utilizzo