Uno specialista di connettività remota e un costruttore di processori uniscono le forze per favorire la creatività di progettisti e inventori.
Visualight

LogMeIn e ARM: alleanza in nome della IoT

L’Internet of Things avrà tanta maggiore rilevanza quanto sarà semplice ed efficace collegare tra loro oggetti intelligenti di ogni foggia, funzione, dimensione e posizione geografica. A questo obiettivo, che postula il superamento di ostacoli imponenti in termini di standard, protocolli e strumenti applicativi, si stanno dedicando numerose startup, comprese la spagnola Carriots e l’americana Electric Imp.

La concorrenza nel settore inizia ad alzarsi di livello, tanto che che sono entrati in campo, LogMeIn, protagonista della remote connectivity con i suoi sistemi software per ogni sistema operativo e apparecchio hardware, e ARM, il produttore britannico dei processori a basso consumo la cui architettura domina il mondo mobile.

LogMeIn ha infatti lanciato un servizio cloud di Platform as a Service (PaaS) denominato Xively – Cosm nelle versioni preliminari – i cui iscritti possono avvalersi di uno Xively Jumpstart Kit che unisce Xively con la piattaforma mbed di ARM. Lo scopo di tutto è offrire uno strumento prezioso per progettare apparecchi dotati di microcontrollori ARM e capaci di integrarsi a perfezione nell’Internet delle cose. Secondo le due aziende, la soluzione consente di progredire rapidamente dalla prototipazione al dispiegamento in grandi volumi.

Sopra Xively si trovano strumenti di sviluppo per scrivere e prototipare servizi software, una console di gestione e un sistema di provisioning per distribuire i servizi agli apparecchi in connessione. Anche il modello di business è importante: un pay-per-grow che contiene i costi di avvio fino a quando non si arriva a adozioni in grandi numeri dei servizi creati.

Da Xively sono già nati progetti come la lampadina intelligente Visualight e soluzioni per raccogliere dati in ambienti ostili senza mettere a repentaglio vite umane, per esempio monitorare le radiazioni presso la centrale nucleare giapponese di Fukushima.

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